Monte Stena – 6 giugno 2020
Leggiadre lande
Classico itinerario per Scoprire Camminando, che percorriamo da oltre vent’anni quasi annualmente. Le innumerevoli varianti permettono di ritagliare su misura un’escursione che soddisfi le più disparate curiosità. A spingerci quaggiù quest’oggi è la contemporanea voglia di mare e di montagna. Cosa c’è di meglio della Val Rosandra allora? Un luogo unico, dove il Mediterraneo e le Alpi si amalgamano alla perfezione. Ci incamminiamo sull’aerea traversata da San Lorenzo al Monte Stena: lande aperte da un lato occupate da scapigliati lini delle fate; scoscese balze con dirupi e assolate pietraie dall’altro. Quest’anno ci sono sfuggite le primaticce fritillarie, peonie e iris. Ma anche ai primi di giugno la landa carsica, non ci nega interessanti fioriture, insetti e rettili, dal furtivo e veloce ramarro alla lucertola. Per la vipera del corno non c’è speranza, siamo troppo rumorosi. Dopo il panoramico pranzo al sacco cambiamo registro, immergendoci nel bosco umido di Draga, tra carpini bianchi e false ortiche, clematidi ed edere; tutto un altro mondo nel giro di un chilometro o poco più. Andiamo a dare un’occhiata alle famose jazere, le ghiacciaie che geniali e abili valligiani avevano creato di fianco agli stagni, artificiali anch’essi. Se l’acqua è preziosa sul Carso, il ghiaccio era preziosissimo in città, e qui si fabbricava d’inverno, si conservava e si vendeva d’estate. Business dell’ante frigo. L’abbandono oggi regna sovrano in questa fetta di territorio di confine. Gli stagni non contengono più il prezioso liquido congelato ma indumenti malandati e miseri effetti personali di clandestini che entrano in Europa da queste porticine sul retro. Camminare è anche riflettere. È consapevolezza. Alla fine di una gita ne porti a casa di riflessioni, più di un cristallo Swarovski.