JOANAZ – 20 GIUGNO 2020
Alba solstiziale
Tante sono le albe e le stagioni vissute sullo Joanaz: invernali con neve e nebbie, primaverili al canto dei tordi, autunnali con le betulle infuocate. Oggi in programma c’è l’alba più alba dell’anno: il solstizio estivo. Alle cinque siamo già in cammino sui vasti prati. Di notte ha piovuto. L’erba alta ci inzuppa scarponi e tutto quanto dalle ginocchia in giù. Optiamo per la pista forestale che di lato risale parallela ma un po’ più bassa. È un tripudio di gigli carniolici. I temporali notturni ed il vento hanno spazzato la pianura. Ci tocca di assistere allo spettacolo dei panorami lontani. I Colli Euganei compaiono dietro un sorbo e dilatano improvvisamente lo spazio. 230 km e sembrano a due passi. Tentiamo di più: oltre il vicino Montello ed il retrostante Monte Grappa si scorge un soleggiato bastione a occidente; non sarà mica il Baldo. Ci abbiamo camminato su due anni fa. Il pianoro prima delle cime coincide; la forma è quella. È certamente il Baldo. Dallo Joanaz questa mattina vediamo mezza Italia quindi, fino alla zona del lago di Garda. Nuvoloni scenografici avvolgono le Giulie; vi sfuggono le cime meridionali e le Prealpi: il Matajûr, che una luce particolare avvicina ancor più. Nella penombra dell’alba c’illumina il solito caffè fumante ed i cornetti. Dopo la colazione in vetta è tutta una planata tra ghirlande gialle dei maggiociondoli, sui pianori vastissimi che digradano dolcemente a sud. Il mare è sotto di noi, le navi alla fonda sono già invase dal sole, che attendiamo fiduciosi anche se la sua assenza stamattina non è stata una mancanza ma una cortesia.