PRESCUDIN – 21 GIUGNO 2020
Dal grande vecchio
La valle è stata soltanto scheggiata dalla tempesta Vaia e le piccole ferite nel bosco sono un’opportunità per specie che altrimenti non si vedrebbero da queste parti, come gli slanciati tassi barbassi, dal vanitoso e nobile portamento. Si sale dolcemente tra i faggi; gli scorci luminosi svelano gli scenari rocciosi del Crep Nudo. Leggiamo un racconto sulla sua improvvisa scomparsa. Ancora qualche svolta tra i fusti slanciati e sbuchiamo nella radura di Villa Emma. Che incanto di luogo, che pace. Ci si potrebbe fermare qui, anche fino a sera, sotto le fronde, nell’erbetta verde, al centro di un incantevole scena alpestre, ma il bosco ha un cuore pulsante e ne avvertiamo il battito: viene da lassù. Riprendiamo, a dire il vero iniziamo la salita, perché fin qui abbiam passeggiato. Quattrocento metri più in alto ci attende il grande vecchio: un tasso plurisecolare, stimano che abbia 500 anni. Attorno alla sua scura chioma ci accomodiamo e banchettiamo, sostenuti dall’energia vitale che le sue poderose radici irradiano tutt’attorno. Un bouquet di grappe, grappine e liquori vari chiude in bellezza la sosta. Visto che ci siamo possiamo farci una cimetta. Il Medol è lì a portata di scarpone. Quattro volte e siam fuori dal bosco, guadagnando l’aerea cimetta. No croci, no ometti, no libro di vetta, solo panorami. Il top.