ROCCA BERNARDA – 28 ottobre 2020
Il gufo e la luna
I filari dei vigneti attorno a Rocca Bernarda, dai vertiginosi viraggi cromatici, apparivano variopinti panni stesi al sole in questo tiepido pomeriggio d’autunno. Cortine giallorosse si susseguivano assecondando le morbide ondulazioni dei Colli Orientali. Ad ogni variazione di quota ondeggiavano parallele e composte, curvando all’unisono, o piegando seccamente in spigoli vivi, come orchestrate da un occulto scenografo. Il bosco di querce e robinie, esuberante e scapigliato, giungeva fino al bordo dei vitigni e conferiva al palco il giusto brio, movimentando imprevedibilmente lo show. Tutto pareva un’armonica composizione. L’arena vantava poi una quinta prealpina degna dei più prestigiosi teatri, dalle Carniche alle Giulie, cime alpine comprese. Insomma, lo spettacolo itinerante messo in scena tra questi colli lasciava a bocca aperta, soprattutto quando il sole è ricomparso sul far della sera. Il tramonto poi ha ulteriormente scaldato i colori e gli animi, regalando attimi non scontati, magari vissuti in contesti simili, ma sempre diversi e comunque sempre unici. Non è prevedibile ciò che incontrerai in cammino, anche se la via è battuta e l’orizzonte libero. Della tua vita potrai progettare i giorni, anche gli incontri, cercare e inseguire occasioni, darti da fare nel procedere lungo la direzione che hai convintamente scelto o passivamente assecondato. Ma ciò che accadrà ai margini dell’esistenza, come ai margini della vigna, là dove termina il lato noto delle cose, quello progettato e curato, quello produttivo e redditizio, sarà imprevedibile fino all’ultimo. Così è accaduto pur oggi, camminando tra note vigne e sfavillanti colori. In fondo al giorno è successo ancora qualcosa di imprevisto: con sorpresa è sbucata la luna; eterea e misteriosa, ha preso forma da rosee nubi, materializzandosi come d’incanto sopra il paesaggio multicolore che andava via via spegnendosi nel crepuscolo ottobrino. Ancor più imprevedibile infine è stato il colpo d’ala del gufo, sbucato dal nero cipresso; un’improvvisa planata sui filari tra i colli, sguardo attento rivolto in avanti, governando le prime virate della lunga notte di caccia. Perciò sostengo stasera, tra un gufo e una luna, che non sarà scontato il nostro incedere sino all’ultimo passo. Una luna improvvisa potrà destarci e sorprenderci mentre saremo sonnacchiosi e tristi. Poi arriverà il gufo in silenziosa planata, di soppiatto; ci piomberà addosso con i suoi occhioni vigili, scrutandoci dentro, come a dirci: “nel buio che viene apri il cuore”.