PASSO TANAMEA – 8 GENNAIO 2021
La cura del fuoco
Abbi cura del tuo fuoco, della tua forza vitale. Non trascurarla, non smettere di alimentarla con nuova legna secca. Seleziona con dedizione il combustibile quando ne hai ancora le forze, la lucidità. Non essere avventato nel rifornire la fiamma di linfa vitale, non prendere manate casuali di legna dal sottobosco. Scegli con attenzione ciò che ti potrà essere utile al bisogno. Il tuo survival kit più importante, quel minimo necessario che non serve quasi mai nella tua vita, tranne in un momento inatteso e giunto improvviso a minacciarla, dovrà contenere l’indispensabile per preparare il fuoco. Avventurandoti da solo nel bosco, non commettere gli errori di Cappuccetto Rosso; non tanto l’attardarsi ad osservare, che è l’essenza del viaggio, quanto la sbadataggine, la superficialità nell’affrontare l’ambiente, il prossimo. Bada a mantenere asciutto l’innesco, l’accendino carico, le capocchie dei fiammiferi avvolte in gocce di cera. Tutto dev’esser pronto all’abbisogna. Nei momenti difficili della vita quel fuoco sarà la tua salvezza, e per salvezza intendo poter affrontare ed uscire da una situazione difficile e inattesa con serenità, con dignità. Il fuoco della tua conoscenza sarà un valido aiuto. Il fuoco della tua carità potrà essere un altro buon viatico. Il fuoco della semplicità potrà guidarti nelle situazioni ingarbugliate e difficili, quando subentra la notte ed il freddo comincia a pungerti l’anima. Ognuno troverà un suo fuoco e un suo conforto, da accendere o mantenere vivo durante le catastrofi che, come temporali, giungono velocemente, alternandosi alle giornate serene. Ma per tutti vale lo stesso consiglio: prendiamoci cura di quel fuoco durante il giorno luminoso, quando c’è ancora tempo per vedere che legnetti scegliere, quando la tenaglia del freddo non ci rapisce le dita e le tempie. Accudiamolo come fiammella, come sacro fuoco druidico o come piccola pira pronta alla miccia; va tutto bene, purché ci sia, sia pronto, efficiente, indispensabile a sostenerci, al limite anche ad indirizzare soccorsi in nostro aiuto. E perché no, potremmo anche aver bisogno che qualcuno venga ad aiutarci, che alimenti il nostro fuoco in certe circostanze. Tuttavia raccogliere legna secca è più facile che trovarsi un buon compagno di viaggio. Perciò diventa fondamentale, comunque, la cura del nostro fuoco, della nostra felicità, del nostro amore per la vita. In una notte gelida nel cuore dell’inverno, in mezzo al bosco innevato, osservando la vacillante fiammella del lume a candela, ho avuto cura di lei, dei miei pensieri; ho fatto piccole fascine con le mie poche conoscenze. Erano pronte, sono pronte, lo spero, ad alimentare quella fiamma qualora ce ne fosse bisogno. Perciò ora come ora l’unico consiglio che mi sento di darti è questo: abbi cura del tuo fuoco.