Ai bivi
Ci sono territori naturali dove attività ed eventi si sono succeduti e cumulati nei secoli; monti e colli dove la frequentazione assidua e lo sfruttamento delle risorse hanno creato un dedalo di sentieri, piste e tracce più o meno evidenti. Luoghi che rappresentano per l’escursionista una sfida di orientamento e infinite possibilità per trascorrere un pomeriggio estemporaneo e defaticante per quanto concerne lo stress da impegni. Sempre che sia piacevole provare quella sensazione di affrontare l’inesplorato, il non programmato. Ad esempio i territori pedemontani, i colli ed i versanti prospicienti alla pianura, sono un’ottima palestra in questo. I bivi si possono presentare improvvisamente, perturbando la logica del un cammino. All’ultimo momento te li trovi di fronte, a volte inaspettatamente. Se ne sei sorpreso può voler dire che stai seguendo una mappa non molto aggiornata, o non ben dettagliata, o forse hai perso l’orientamento. A volte si presentano evidenti, biforcuti, diramandosi in due tracce ugualmente battute. Altre volte sono celati da qualche sterpo, o dalla penombra del bosco. In molti casi portano in sentieri secondari o abbandonati dall’incuria. Sono questi i bivi per me più interessanti. Svelano labilmente piste non più percorse da chi preferisce i segnavia ben marcati e la traccia rossa tratteggiata, meglio ancora se continua, sulla carta escursionistica o sul display. I bivi rappresentano per i girovaghi seriali, me compreso, calamite irresistibili. Ed i territori dove abbondano, più che palestre di orienteering o luoghi complicati da percorrere, sono parchi di divertimento escursionistici. Ma ahimè, ci vorrebbero molte vite a disposizione per percorrere tutti i sentieri che si dipartono da quei punti di domanda sbucati improvvisamente lungo il cammino. Il più delle volte siamo costretti a tirare dritto per questioni di tempo e di convinzione, perché ci siamo già costruiti la mappa mentale del nostro tragitto: un precetto ferreo che non ammette contestazioni. Vorrei pertanto darti un consiglio, forse superfluo se anche tu la vedi così. La prossima volta che vai per sentieri e incontri un bivio, non tirare diritto lungo la via marcata che stai seguendo. Perlomeno fermati un attimo a riflettere. Se decidi di proseguire sulla via maestra, va benissimo. Ma se per caso decidi di deviare, non temere di aver intrapreso la strada sbagliata; ti condurrà solo a scoprire scenari imprevisti, per nulla scontati, forse luoghi banali, forse gradite sorprese. E se pensi che in futuro vorrai percorrere quel sentiero che oggi non hai tempo di affrontare, avrai fatto una promessa a te stesso e alla tua esperienza. Prendine nota su un foglio, ricordati di quella deviazione e non metter tanto tempo tra te e quella promessa, ma soprattutto: non lasciarla cadere nel vuoto. Il desiderio di scoperta equivale a quello di conoscenza, spesso trascurato o al quale rinunciamo per pigrizia emotiva. Non lasciamolo spegnere soltanto perché oggi abbiamo impegni e domani si vedrà. Domani arriverà con un “questa mattina”, ed il bivio sarà ancora là ad attendere i nostri passi, pronto a svelarci ciò che ora forse stiamo aspettando e rimuginando. Nuova linfa vitale. Restiamo convinti e fiduciosi mentre stringiamo nuovamente il laccio degli scarponi. E via!