SELLA CARNIZZA – 23 LUGLIO 20202

Amati Musi

Buon mattino! Macchiato, non nel cielo, limpido e soave, ma solo nel primo caffè al ritrovo generale. Pochi ma buoni oggi i camminatori fedeli: polpacci oliati e pacate parole per non rompere l’atmosfera elettrizzante dell’inizio. Ci aspetta l’avventura del versante nord dei Musi: un mondo a parte, che non trova paragoni se non nelle ardite Alpi Giulie, più a Est. L’escursione viene programmata nei minimi dettagli: soste, dislivelli, orari. I Musi, come sempre, ad un certo punto del giorno mettono il muso tra le nuvole, e se non sei già in cima puoi lasciar perdere, che di mangiar nebbia e acido lattico non ne facciamo virtù. Brume basse in Val Resia sono un buon viatico e dagli scorci di cielo tra i faggi, nel primo terzo di escursione, trapela solo blu. Prima sosta: parliamo di adattamenti, di microhabitat, di ecologia. Il traverso che precede il paradiso roccioso viene bevuto tutto d’un fiato. All’ingresso del tempio un camoscio ci lascia libero il sentiero. Possiamo entrare. Seconda sosta nella città di roccia, ai piedi del gigante addormentato: il luogo più fascinoso di tutte le Prealpi Giulie. Carsismo intrecciato, una rarità, tracce d’antichi e recenti cataclismi. La Terra respira. Ciuffi di Campanula zoisii suggellano il valore naturalistico del luogo, anche se lo avevamo già capito ammirando la tenace Thlaspi minimum invadere stoicamente i ghiaioni mobili. Ripartiamo per l’ultimo tratto, il più duro. Come in un percorso vitale, le sfide più impegnative giungono quando sei a corto di energie, ma hai dal canto tuo l’esperienza, e muoversi tra i massi megalitici dei Musi è questione di esperienza e di pazienza. Approdati con dosata fatica alla selletta, ristorati dal candido paesaggio del calcare assolato, giriamo l’angolo: la cima è là, a due passi. Anche questa volta ce l’abbiamo fatta, e il grande gigante di pietra ci concede di saltargli sul naso e guardare giù, il piccolo laborioso popolo di bipedi darsi da fare per tirare a campare.

Nella geografia dell’anima i Musi occupano un posto centrale, punto di riferimento e di orientamento, porto sicuro in cui approdare nottetempo. Lungo l’ardita catena pochi sono i passaggi accessibili ai comuni mortali. Uno di questi è la Cima Est da Sella Carnizza.