CAPRIZZI – 23 AGOSTO 2020
Certa gioventù
Il fiume brilla al sole che scalda, ma non troppo. Rimescola i suoi canali intrecciati nel candido greto di dolomie e calcari; sbanda come un giovincello in cerca di futuro da una riva all’altra. In gioventù nulla è come l’anno prima, così come per il giovane fiume, che muta continuamente forma. Sull’ampio fondo di una valle ammantata da fresche faggete, il Tagliamento scorre ancora libero da vincoli, captazioni, argini, ponti, abitati, osservazioni e critiche; un po’ come l’adolescente che non si mostra, che c’è ma non per te e non per molto, che ha fretta d’andare, di crescere, che esce di casa veloce e non dice dove e fino a quando. A volte impulsivo nelle brusche accelerate, a volte nascosto in ombrose pozze laterali; l’alto Tagliamento a valle del Forni Savorgnani è proprio un mistero, un’incognita discosta e distaccata dal nostro vivere convulso. Tracce di sentieri ne percorrono alcuni tratti: vie poco frequentate, dove incontri più caprioli che camminatori e le ragnatele notturne ti si stampano in faccia al mattino come ricami; qualche pista forestale ultimamente si è minacciosamente avvicinata alle lussureggianti foreste dei versanti, fin sulle rive. L’uomo fiuta lo sfruttamento della risorsa e attende il politico di turno, poi prende e se ne va. Così ha fatto settant’anni fa anche con il Tagliamento, sbarrandone completamente la strada al termine della verde vallata e convogliando la sua linfa vitale verso altri invasi. D’altronde tutti usiamo internet, no? Così, nel pieno della giovinezza, il grande fiume oggi ci abbandona proprio qui, dopo averci regalato una domenica da incorniciare, tra mimetici ululoni e vaporose aguane, cascate, cascatelle e pozze verdi. Certa gioventù va apprezzata per quel che è, checché ne dicano i ben pensanti.