CORNINO – 27 SETTEMBRE 2020
Indole acquatica
Quanti volti hanno le acque nel medio Tagliamento? Risorgive, laghi, cascate, con in mezzo il Re dei fiumi; luoghi che definiscono un contorno d’acque multiforme. E con quanti colori nasce quest’autunno! Le drupe arancioni dell’olivello, i grappoli rossi del viburno, le corolle viola degli astri, e poi i colori delle acque: trasparenti, azzurre, verdi, limacciose, ferruginose. E quanti stati d’animo: in contrasto, in armonia, in attività o a riposo, si riflettono oggi in queste acque. Comparando le mutevoli sembianze liquide, da chete a risorgenti, fluenti o scroscianti, ondeggianti e stagnanti, possiamo accostare i temperamenti umani nel loro continuo divagare, arrestarsi, deviare, rinascere e confluire. In questa mattina di sole, in questo rilassante angoletto di Friuli, perlustrato dalle ampie ali dei grifoni, nel giro di pochi minuti di cammino possiamo osservare: acqua che scaturisce da una limpida polla di risorgiva e che scorre, novella e silenziosa, su ghiaie profumate dalla menta acquatica. È acqua giovane, che speranzosa si mette in viaggio. Poco più in là acqua immota e fresca del lago: blu, verde azzurro, smeraldo, turchese, cobalto ecc. ecc. È acqua matura che contiene esperienze, una per colore; conserva storie. Acqua sincera all’apparenza, ma a ben guardare cela un grande mistero, non sulla sua origine, ma sulla nostra. Dall’altra parte del colle acqua limacciosa che passa veloce, quella del grande fiume in piena; passa veloce ma senza fretta e senza tempo, distante da questo mondo: acqua inarrestabile, che sa dove andare e conosce tutto dietro di se. A poterci parlare… Oltre il fiume, dentro il bosco, acqua in caduta libera, che tenta la fortuna senza calcoli e previsioni, che si butta a capofitto nel primo pertugio, poi sarà quel che sarà. È un’acqua avventuriera, spavalda e spensierata. Poi c’è l’acqua governata della roggia, ubbidiente e ligia al dovere. È un’acqua concreta, essenziale ed indispensabile: un’acqua molto amichevole, troppo sincera. Infine c’è l’acqua della pozzanghera, lungo la strada di campagna. È l’acqua bistrattata, calpestata, fastidiosa e malvoluta. Ma è l’acqua dove si schiudono le uova dell’ululone dal ventre giallo, dove il cardellino multicolore si disseta, dove il seme del tarassaco attecchisce e dove tu ti potrai specchiare senza paura d’annegare.