MONTE CROSTIS – 26 SETTEMBRE 2020

Le prime nevi

Si sovrappongono, come strati sottili di neve, le camminate che ci hanno portati sul Crostis, alternando stagioni, anni e ore del giorno. Mentre percorro lo stesso sentiero, tra rocce all’apparenza immutabili, incrostate dagli stessi licheni, sovrappongo i pensieri, pensati sotto luci e cieli sempre diversi. Argilliti, arenarie e siltiti, disposte a strati finissimi, catturano la mia attenzione ben più dei consueti panorami alpini. Pietre scure e viscide, seminascoste dalla prima spolverata di stagione. La prima neve, che più volte abbiamo visto sul Crostis, talvolta a fine estate, o nel cuore dell’autunno. È giunta anche quest’anno, annunciata da previsioni infallibili, non più a sorpresa come un tempo. Uno strato sottile sui pascoli alti, oltre il limite dei boschi, che ha dato un volto metallico al possente Coglians. Sul bianco spiccano i mirtilli rossi, a piccoli grappoli. Mirtilli aciduli, gelati e croccanti, che hanno il sapore delle praterie di vetta e dei vasti silenzi. Silenzi che le marmotte hanno disperso nei macereti, sui grandi massi dove solitamente erano di vedetta, beandosi al breve sole estivo. (Continua…)

Fine settembre: tempo di bramiti, tempo di bilanci, ma non di rimpianti per le camminate che avremmo potuto fare. Le mettiamo da parte per la prossima estate. Estate che qui, sul Crostis, si è fermata davanti al confine invalicabile tracciato dalla prima nevicata.

Silenzi pieni, corposi, raddensati nelle conche e sul fondo delle valli incise da torrenti muti. Silenzi che solo il cervo può rompere, graffinado l’aria con bramiti che sembrano grugniti, o ruggiti, lanciati di forza, con possente senso d’appartenenza e di sfida al tempo. Ma è breve il tempo del bramito. Le nebbie prima lo nascondono e poi lo cancellano. Poi l’autunno si allungherà e il giallo dell’erba tornerà a brillare nei cieli azzurri del Crostis. Il velo di neve resisterà nelle zone d’ombra, dove sono spuntati gli ovuli malefici, confondendosi con le loro scaglie bianche. La prima neve amplifica il respiro lento e potente della montagna, adesso che le vacche sono scese, le marmotte rintanate, e la pernice attende un bianco più convincente per uscire, adesso che viene sera. Aspettiamo il tramonto, la falce di luna, l’arrivo della notte. Una notte silenziosa. Il frinire delle cavallette è svanito; fa silenzio anche il vento, senza fronde da scuotere, senza cespi da spettinare. Liscio e veloce scavalca la sella, scende verso le luci dei paesi. Strati su strati le prime nevi si avvicendano nei millenni del monte, e nei nostri piccoli anni; si sovrappongono e brevemente si mescolano. Annullano tracce e impronte, assestano la scabra superficie nella notte che si allunga, adesso che il ripasso dei migratori è veloce e senza soste. Speditamente si dirige a sud, dove la prima neve non arriverà mai e l’estate seguirà a se stessa.