RIZZOLO 19 GENNAIO 2020

Lungo le rogge del Torre

Percorso che frequentiamo da molto prima che venga valorizzato mediante la ciclovia delle rogge. Ci abbiamo camminato e pedalato in tutte le stagioni e a tutte le ore del giorno. Come consuetudine ci chiama, sul finire dell’inverno, perché le luci taglienti del pomeriggio incidono, tra liquidi scintillii e antichi borghi, acqueforti imperdibili per collezionisti di paesaggi quali siamo noi. Così partiamo da Zompitta, il piccolo paese dalla grande rosta e dal campanile copia di quello del castello di Udine, con tanto di angioletto segnavento. Il nuovo tratto di ciclabile ci permette di ammirare le originarie arginature in pietra, un lavatoio e qualche nuovo scorcio rispetto a quelli noti. Camminare lungo le silenziosissime rogge la domenica pomeriggio è rilassante. Il tempo sembra sospeso e riflesso nelle limpide acque che ci scivolano a fianco. Acque fresche, ossigenate, persino profumate, che dal medioevo scorrono veloci verso la città e l’assetata pianura ghiaiosa. Anche i germani non vociano e sonnecchiano sulle rive del canale principale che ben presto si sdoppierà, oltre il mulino di Cortale. Perciò a Rizzolo, il paese successivo, ci sono ben due rogge: di Udine e di Palma, fatto che suscitava un tempo l’invidia del circondario, che malignamente commentava: “Ričui Ričui, se dos rojs ‘nol vès dut Ričui al pučares”! (Rizzolo Rizzolo, se due rogge non avesse tutta Rizzolo puzzerebbe). Prima di raggiungere il fortunato paesino, dirottiamo il gruppo verso l’argine del Torre, che solitamente in periodo di magra esaurisce le sue acque superficiali in questa zona; così è anche oggi e il tramonto, malinconico, ammanta di pathos il desolato greto biancastro. Prima che ci colga il buio in mezzo alla campagna siamo già al sicuro tra le antiche mura della chiesetta posta a controllo del guado per Primulacco, frequentato già dal periodo romano. La sorpresa finale stasera è il bel presepe allestito al suo interno, testimonianza di laboriosità e fantasia di queste genti d’acque.

È un antichissimo andare, lungo le rogge del Torre, le millenarie vie d’acqua che in passato hanno avviato e sostenuto lo sviluppo di un intero territorio che altrimenti, con la penuria d’acque superficiali, sarebbe oggi ben diverso.